Monetazione greca

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Monetazione greca
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Storia della moneta
Avanzamento Avanzamento: lezione completa al 100%

Secondo una tradizione invalsa da secoli tra gli studiosi di numismatica, nell'ambito della monetazione greca vanno ricompresi i tutti gli aspetti monetari di epoca classica del bacino del Mediterraneo, diversi dalla monetazione romana. Seguiamo questa tradizione, anche se questa lezione esamina in prevalenza gli aspetti economici e non quelli numismatici. La sopraccennata tradizione nasce alla fine del XVIII secolo Eckhel riorganizzò la collezione del Gabinetto numismatico imperiale di Vienna, di cui era responsabile, secondo nuovi criteri. Divise la numismatica antica in due dipartimenti: quello delle monete greche, dove si trovavano le monete coniate da tutti gli stati dell'antichità classica ad esclusione di Roma, e quello delle monete romane. Di fatto incluse tra le monete greche anche quelli di popoli non greci come ad esempio gli Etruschi o i Fenici. Organizzò le monete "greche" secondo una suddivisione di tipo geografico, che procedeva dalla penisola iberica verso est fino all'Asia minore e proseguiva poi per l'Africa verso ovest, seguendo così il Mediterraneo. Questa organizzazione è quella tuttora in uso presso gli studiosi di numismatica classica.

Storia[modifica]

La moneta fu inventata nel regno di lidia, nell'attuale Turchia, verso il 620 a.C. Fu inventata nello stesso periodo indipendentemente anche in Cina ed in India. La monetazione si diffuse molto rapidamente prima nelle città-stato della Ionia sulle coste del mare Egeo e poi nel resto del mondo greco, che allora si estendeva dal mar Nero alla Sicilia ed all'Italia meridionale (Magna Grecia).

Le monete dell'antica Grecia sono considerate le più belle e di maggiore contenuto artistico tra tutte quelle prodotte dall'introduzione dell'uso della moneta. Una caratteristica comune di queste monete è di essere battute a mano; esse sono inoltre caratterizzate da un elevato rilievo delle immagini raffigurate, che sono spesso frutto di grandi artisti.

La storw:ia delle monete greche antiche può essere suddivisa, come peraltro la maggior parte delle forme d'arte greche, in tre periodi: il periodo arcaico, quello classico e quello ellenistico. Il periodo arcaico inizia con l'introduzione della moneta nel mondo greco (ca. 600 a.C.) fino alle Guerre persiane (ca. 480 a.C.). Poi inizia il periodo classico, che termina con le conquiste di Alessandro Magno (ca. 330 a.C., quando ha inizio il periodo ellenistico che arriva fino all'assorbimento da parte dell'Impero romano del mondo greco nel Isecolo a.C. Molte città greche continuarono a produrre le loro monete per molti secoli anche durante l'Impero romano.

Periodo arcaico[modifica]

Tetradracma di Atene, V secolo a.C. - Periodo Arcaico

Durante il periodo arcaico le monete erano relativamente grezze rispetto agli standard successivi. Erano principalmente piccole gocce di oro o argento a forma di fagiolo, marcate con un disegno geometrico o con un simbolo che indicava la città di provenienza. Con il miglioramento delle tecniche di produzione, le monete divennero più standardizzate, a forma di piccoli dischi metallici. Divenne abituale l'abitudine di porre una rappresentazione della divinità protettrice della città o animali simbolici come la civetta sacra ad Atena nelle monete ateniesi. Il mondo greco era diviso in un migliaio di città (πολεις) indipendenti e la maggior parte di queste emisero le proprie monete. Tuttavia per facilitare il commercio tra le città con il tempo le monete furono battute in valori standard, anche se contrassegnate ognuna con i simboli della città che le aveva emesse. Qualcosa di simile alle monete dell'Euro, in cui è riconoscibile lo stato che le ha battute ma che sono valide in tutta la zona Euro. La dracma divenne l'unità di scambio più diffusa.

Verso il 510 a.C. Atene iniziò a produrre una moneta da quattro dracme, il tetradramma, che fu usata in tutto il mondo greco e che rifletteva la crescente egemonia di Atene.

Periodo classico[modifica]

Tetradracma di Atene, IV secolo a.C. Al dritto Atena. Al rovescio la civetta

Il periodo classico vide la monetazione greca raggiungere un elevato livello di qualità tecnica ed estetica. Le città più grandi ora producevano un'ampia varietà di monete d'argento e d'oro, che per lo più presentavano da una parte il ritratto della divinità protettrice oppure un eroe leggendario e dall'altra un simbolo della città. Alcune monete usavano un'immagine che rappresentava il nome della città: una rosa (rhodon) per Rodi, un granchio (akragas) per Agrigento.

In questo periodo comincia l'uso delle iscrizioni, di solito il nome della città o preferibilmente con l'etnico (il genitivo plurale del nome degli abitanti). Le ricche città della Sicilia produssero monete particolarmente belle. I grandi decadrammi (dieci dracme) d'argento di Siracusa sono considerati da molti collezionisti come le più belle monete prodotte nel mondo antico o forse le più belle mai battute in assoluto.

Usare le monete a scopo di propaganda è un'invenzione greca. Le monete sono importanti, durevoli, viaggiano per molti luoghi e sono viste da molte persone. In un'età senza giornali e senza altri mass media, le monete erano il vettore ideale per la diffusione di messaggi politici. La prima di queste monete fu un decadracma (dieci dracme) commemorativo emesso da Atene in seguito alla vittoria greca nelle guerre persiane. In questa monete la civetta di Atene è rappresentata di fronte con le ali distese e con un ramoscello di ulivo. Il messaggio è che Atene è potente e vittoriosa ma allo stesso tempo ama la pace.

Periodo ellenistico[modifica]

Il periodo ellenistico fu caratterizzato dalla diffusione della cultura greca in grande parte del mondo allora conosciuto. Regni di lingua greca furono stabiliti in Egitto, Siria e per un certo tempo anche in Iran e nell'attuale Afghanistan. Mercanti greci diffusero le monete greche in questi ampi territori e i nuovi regni iniziarono presto a produrre le loro monete. Poiché questi regni erano molto più grandi e ricchi delle vecchie città-stato del periodo classico, le monete furono prodotte in quantità enormemente maggiori, di maggiori dimensioni e più frequentemente anche in oro. Tuttavia spesso mancava loro il senso estetico delle monete del periodo precedente. Comunque alcune delle monete greco-bactriane e quelle dei loro successori in India, le monete indo-greche, sono considerate tra i migliori esempi dell'arte numismatica greca con una "raffinata miscela di realismo e idealizzazione", comprese le più grandi monete emesse nel mondo ellenistico: la più grande moneta d'oro fu battuta da Eucratide (che ha regnato dal 171 al 145 a.C.) e la più grande moneta d'argento del re indo-greco Aminta (che ha regnato dal 95 al 90 a.C.). I ritratti "mostrano un grado di individualità che non ebbe mai riscontro nelle rappresentazioni spesso insipide dei re loro contemporanei che si trovavano più ad occidente" (Roger Ling, "Greece and the Hellenistic World").

La nuova caratteristica più evidente delle monete ellenistiche è l'uso di ritratti di persone viventi, più precisamente dei re stessi. Questa pratica era già iniziata in Sicilia, ma era stata disapprovata dagli altri greci perché era segno di hybris, (orgoglio). Ma i Tolomei dell'Egitto ed i Seleucidi della Siria non avevano questo tipo di scrupoli ed emisero magnifiche monete d'oro ornate con i loro ritratti e con i simboli del loro stato sul rovescio. Anche i nomi dei re furono frequentemente scritti sulle monete. Questa prassi ha fissato uno schema che è arrivato fino a noi: il ritratto del re, in genere di profilo e in posa eroica, al dritto con il nome accanto e lo stemma o altri simboli dello stato al rovescio.

La monetazione fiduciaria[modifica]

Agli inizi del IV secolo a.C. il valore della moneta era dato esclusivamente dal valore del metallo prezioso (oro o argento) che la costituiva. L'uso delle monete d'argento poneva grandi limiti nel commercio minuto, quello di tutti i giorni.

Le monete fuse di bronzo o rame, utilizzate in Italia centrale prevalentemente dalle popolazioni Italiche (Aes grave), d'altronde avevano il grande svantaggio di essere troppo pesanti per essere realmente pratiche ed inoltre, visto le dimensioni non potevano essere battute al martello, facilitando così l'opera dei falsari.

Le città greche, probabilmente Siracusa cominciarono ad emettete per il commercio locale monete di bronzo il cui valore non era più legato al contenuto metallico della moneta, ma assicurato dal buon nome della città-stato.

Tecniche di produzione[modifica]

Tutte le monete greche erano battute al martello. In disegno del dritto e quello del rovescio erano incise (al contrario) in blocchi di ferro detti conii. Un dischetto (tondello) d'oro o d'argento, riscaldato per renderlo malleabile, era sistemato tra questi due blocchi. Il conio superiore veniva colpito con forza con un martello ed imprimeva così l'immagine su entrambe le facce della moneta. Questa tecnica era abbastanza rozza e produceva quindi un'elevata quantità di insuccessi, cosicché l'alto standard tecnico raggiunto dalle migliori monete greche la perfetta centratura dell'immagine sul disco metallico, la corretta distribuzione del rilievo su tutta la moneta, la nitidezza del bordo è una testimonianza del perfezionismo dei Greci.

Le monete[modifica]

Per quanto riguarda i materiali, le monete d'oro avevano come unità monetaria lo statere, del peso di circa 8,7 g. Per le monete di valore inferiore, invece, veniva impiegato l'argento, con un rapporto di 1:10 con l'oro.

Il riferimento per le monete d'argento era la dracma (o dramma). Due dracme in equilibrio su di una bilancia rappresentano uno statere (il termine statere, infatti, viene anche utilizzato per indicare un tipo di bilancia). Dato il rapporto tra oro e argento, uno statere d'oro equivaleva a 20 dracme d'argento.

Un sottomultiplo della dracma era l'obolo, con un rapporto in valore pari ad 1/6. Per quanto riguarda le monete di valore inferiore, queste venivano realizzate in rame, con un'unità monetaria data dalla litra.

La classificazione geografica[modifica]

Normalmente le monete greche sono divise secondo la regione di provenienza. Queste regioni, che rispecchiano l'organizzazione di Eckhel, sono: Hiberia, Gallia, Britannia, Italia, Sicilia, Grecia, Asia, Africa.

Monetazione greca in Italia[modifica]

Per approfondire questo argomento, consulta la pagina w:Monetazione italiana antica .

In particolare per le monete prodotte in Italia, tradizionalmente vige la classificazione che usa in gran parte la divisione in ‘‘Regiones'' di Augusto: Etruria, Aes grave, Umbria, Picenum, Vestini, Latium, Samnium, frentani, Guerra Sociale, Campania, Apulia, Calabria, Lucania e Bruttium.

Da notare che in questa divisione tradizionale sono presenti molte popolazioni non greche e che la Calabria dell'antichità corrisponde alla parte meridionale della moderna Puglia.

Sylloge Nummorum Graecorum[modifica]

Per approfondire questo argomento, consulta la pagina w:Sylloge Nummorum Graecorum.

A partire dagli anni '30 del XX secolo in Gran Bretagna è nato un progetto della British Academy, denominato Sylloge nummorum Graecorum il cui obiettivo è pubblicare cataloghi illustrati delle monete greche nelle collezioni pubbliche e private. Le Sylloge pongono il testo a fronte delle illustrazioni, limitando il testo e dando più ampio spazio alle fotografie. Questo progetto è stato adottato anche da altri paesi, tra cui l'Italia, che stanno pubblicando le loro collezioni secondo questo schema.

Bibliografia[modifica]

  • E. Ercolani Cocchi, Il controllo statale sulla circolazione di moneta straniera nelle città greche, in Rivista Storica dell'Antichità, Bologna, 1982.

Voci correlate[modifica]

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Collegamenti esterni[modifica]